
Il giorno del parto: vedere Monica sofferente e dolorante durante il travaglio, senza poter fare nulla, è stata una delle esperienze più frustranti della mia vita.
Il travaglio è durato varie ore, ed è stato sicuramente doloroso per lei, ma anche logorante per me.
Tecnicamente quello che succede durante la fase di travaglio, prima del parto, è l’assottigliamento delle pareti del collo dell’utero che si appiattisce e allarga, creandola via di uscita per il neonato.
La fase del travaglio che precede il parto può durare qualche ora ed essere indolore (soprattutto con il secondo figlio) oppure essere più lunga e più dolorosa. A noi è capitato il secondo scenario.
Siamo stati in sala travaglio più di 12 ore. siamo entrati alle 12:00 e Romeo è nato alle 00:18, siamo poi usciti da lì alle 1:45.
Che succede in sala travaglio prima di partorire?
Quando ci hanno portato in sala travaglio, la dilatazione era minima: 2 cm.
Il parto è ben aperto quando arriva a 10 cm, Quando il passaggio per il neonato è pronto succedono dei cambiamenti chimici all’interno del corpo della mamma, che innescano dei meccanismi che favoriscono l’uscita del neonato (tutta biochimica, cose che lasciano a bocca aperta).
Durante il travaglio si ha un costante monitoraggio di tutte le attività uterine, e secondo protocollo, si effettua una visita ginecologica ogni 2 ore per controllare l’apertura del parto.
Dopo aver chiamato mia madre ed avvisata di quello che stava succedendo, ho partecipato al dolore di Monica: dapprima sdraiata su lettino, poi in piedi, in ginocchio, accovacciata, su una sedia, su una sedia dentro una vasca, dentro la vasca con l’acqua calda sulla schiena, poi carponi su lettino, in piedi appoggiata al lettino, sdraiata, seduta su letto, di nuovo carponi, che forse la faceva stare meglio, poi no, troppo dolore, disse che in piedi era meno doloroso…praticamente abbiano fatto il kamasutra del travaglio e del parto, io sono diventato ostetrico, asciugavo il gel del monitoraggio, prendevo la carta, passavo gli strumenti.
Per ingannare il tempo prima della nascita di mio figlio, ho controllato tutte le attrezzature presenti nella sala travaglio: c’era un’incubatrice, dei tubi che credo servano per intubare i neonati che fortunatamente non ho visto utilizzare, vari gel e pomate, un frigo con dei medicinali che però non ho aperto e vari panni verdi.
Alle 20:00 il parto era aperto di 8 cm, alle 22:00 ancora di 8 cm, Stefania, la nostra ostetrica di fiducia che aveva fatto nascere anche me (che come una mamma è rimasta con noi per tutta la durata del parto, anche se lei staccava alle 16:00) chiama il ginecologo di turno e decidono di rompere il sacco uterino. E lo fanno con una specie di lungo ago di legno (o plastica?)
La rottura delle acque
Hanno rotto le acque, dimenticate tutte le scene dei film in cui si rompono le acque al ristorante e poi si prende sempre un taxi per correre in ospedale, succede una volta su 100, almeno così mi hanno detto.
Una volta rotte le acque le cose cambiano, finisce il travaglio ed inizia la fase del parto: Monica inizia ad urlare, cosa che non aveva fatto prima (non che urli perché le ha fatto male la rottura del sacco)nel senso che mentre prima durante il travaglio aveva delle fitte (contrazioni) che tratteneva serrando i denti e non urlando, ora sente proprio il bisogno di liberarsi, ed urla.
Queste contrazioni durano un po di più, ma tra una ed un altra non c’è dolore.
Monica poverina è stanca morta, non dorme da 2 giorni.
è finito il travaglio, ora si inizia a spingere, dopo un ora e mezza di spinte, si vede la testa, anch’io la vedo, Stefania mi chiede se volessi vederla, per aiutare Monica ed incitarla un po di più, prendo la torcia del telefono e la vedo! cazzo se la vedo! è un puntino più chiaro, con dei capelli! sono gasatissimo, ed incito Monica a continuare, dopo 30 minuti circa, la testa comincia a farsi vedere anche esternamente, affiora dalla vagina come se fosse un pulsante, ma per un po’ esce fuori e rientra dentro.
Quando rientra Monica urla di tenerla fuori, non ce la fa più.
Finché arriva una spinta più forte, ormai le pareti sono allentate, e succede una cosa incredibile!
Finalmente nasce: diventare papà!
Esce la testa, una testa enorme che non capisco come abbia fatto a passare da lì. e stavolta esce tutta, non solo la punta.
Monica è sdraiata sul lettino, io le tengo una gamba, che preme verso di me, sono quindi praticamente davanti a lei e mi godo tutto il parto in prima fila: ad un certo punto spinge ed esce questa testa enorme che rimane fuori, per un minuto circa lei ha una testa che le esce tra le gambe, sono in estasi, quella testa viola immobile è mio figlio, sono un po’ preoccupato per il fatto che non respira, è viola e non si muove.
Arriva l’ultima spinta.
Esce tutto Romeo, ho gli occhi gonfi di lacrime per la gioia. é bellissimo!
Sono le 00:18 e finalmente è nato!
Appena uscito viene appoggiato sul petto nudo della mamma. Monica si riprende sembra come se non avesse passato gli ultimi 2 giorni senza dormire e le ultime 12 ore a soffrire in sala parto. Stefania lo avvicina al seno e Romeo si attacca, è un passaggio importante questo, Romeo appena uscito cerca il seno e viene aiutato ad attaccarsi.
Il parto non è finito però, manca la placenta. Credo che nessuna donna voglia partorire la placenta, ma è un passaggio obbligatorio! cito Monica testualmente:”ora non ce la faccio a fare la placenta, tirate il cordone che esce!”.
Romeo appena nato pesava 4070g per 53 cm di lunghezza e Monica, dopo tutto il travaglio ed un parto 100% naturale, non ha messo nemmeno un punto, per questo ringraziamo Stefania che ci ha saputo aiutare e guidare in questa bellissima esperienza.
Esco fuori e do la buona notizia a tutti quelli che da 12 ore stavano aspettando fuori: le nostre famiglie ed i nostri amici!
Da qui siamo una famiglia, nell’uomo ora cresce quella consapevolezza di essere genitore che nella donna è nata 9 mesi prima.
Questa è stata a larghe linee la mia esperienza con il parto: un evento bellissimo da vivere in prima linea, impossibile credo per un papà non partecipare!
Invito quindi tutti a farlo, anch’io mi cagavo sotto, avevo paura di svenire, ma quest’evento ti forgia e ti dà una forza inaspettata!
Bravo Agostino, siete due genitori stupendi ed avete fatto un altro stupendo componente della Vostra famiglia, Romeo.
Tantissimi auguri e tanta felicità di ogni genere. Gli zii
Grazie mille! Continua a seguirci e facci pubblicità in Veneto!
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