
Come primo argomento da trattare nella nuova rubrica ho scelto quello della tecnologia, sarà difficile tirare fuori tutto l’odio che mi suscita l’argomento in un solo articolo, per questo oggi parlerò di “Social Network”. Che comunque come argomento è enorme, visto che li odio tutti Facebook, twitter, Instagram…
In pochi anni i Social sono entrati nelle nostre vite, dapprima tutti ne siamo stati attratti con curiosità, chi per un motivo, chi per un altro (non è vero, ci siamo tutti iscritti perché ci hanno detto che “su Facebook si rimorchia”, “è pieno di figa”,”mio cugino ci rimorchia le americane”…).
Oggi tutti abbiamo almeno un paio di account a qualche social network (se hai Facebook per farti gli affari dei tuoi amici hai anche Instagram per sognare la vita dei vip), è semplice, basta scegliere un nome ed una password, che poi di solito è la stessa per tutti i social, e il gioco è fatto. Sei dentro, finalmente sei come tutti gli altri, anche tu ci sei, non resterai più indietro sugli ultimi balletti di Gianluca Vacchi, né sui weekend al mare dei tuoi amici.
Oltre al fatto positivo che puoi sapere che brand di scarpe si è messa Chiara Ferragni (anzi, sarebbe meglio dire quale brand di
scarpe ha pagato la consulenza di questo o quel fashion blogger), quale mascara e ombretto ha provato Cliomakeup oppure al fatto che hai ritrovato un vecchio amico con cui hai fatto il militare che comunque dopo una settimana non ti caghi più, i social hanno portato con il loro avvento anche un sacco di contro:
Tramite il filtro dei social vogliamo far vedere a chi ci guarda dallo spioncino del social network un’immagine di noi e della nostra vita che non è quella reale: mai mi capita di vedere foto di donne appena svegliate con gli occhi incipicciati, o con i capelli arruffati, foto di uomini in lacrime o piatti di riso in bianco o pane e pomodoro, perché? te lo dico io: perché il riso in bianco non prende “like” né trasmette un’idea di felicità (a meno che non è sushi, che al contrario ti fa acquistare punti nella classifica del benessere apparente, anche se poi lo prendi da un all-you-can-eat) né di benessere.
Ecco quello che odio dei social: dover comunicare un’immagine che non mi appartiene, se non in un 1% della mia vita. Dover far sembrare che quell’1% sia il 100% della mia vita.
I social ci hanno obbligato a tenere un comportamento in funzione della reazione che questo provoca negli altri: carichiamo una foto sui social solo per avere dei “like” cioè per vedere a quante persone piace la mia foto (che comunica il mio falso stile di vita), e di conseguenza quante persone mi ammirano o mi invidiano. Una volta caricata dobbiamo solo aspettare che tutti la vedano e sperare che decidano di mettere un “mi piace”, e chi metterebbe mai mi piace ad un piatto di riso in bianco o ad una colazione fatta con la pizza avanzata della sera prima? i “like” sono diventati il metro di misura della mia popolarità, di quanto la gente mi invidia.
Consiglio a tutti di guardare una serie TV inglese trasmessa su Netflix: BLACK MIRROR, che tratta in modo esemplare quello che intendo in un episodio: Caduta Libera, il primo episodio della terza stagione.
Odio i social anche perché hanno rovinato il modo in cui ci rapportiamo con gli altri: non parliamo più guardandoci negli occhi, ma con occhi bassi, fissi su uno schermo da 5 pollici.
Anche nel corteggiamento tutto è cambiato: prima dovevo tirare fuori le palle e chiede il numero ad una ragazza se mi interessava e volevo avere almeno una possibilità di conoscerla, e c’era il rischio di vederselo negare.
Oggi i “millennials” hanno perso il gusto del rimorchio. Oggi se ti interessa una tipa basta mandare una richiesta d’amicizia, se la accetta ho già il 50% di probabilità di farcela con lei, il restante 50% è formato da:
- studiare i suoi interessi che vedo da Facebook per sembrare interessante ai suoi occhi;
- fare copia/incolla con frasi prese da google;
- mostrare un’immagine irreale di te tramite social.
vedete un futuro felice per i vostri figli in questa era Social?
Aggiungete a tutto questo il fatto che “se tanto questa non gli ci sta, c’è Tinder”, eh già, oggi se vuoi farti una scopata e vivi in una grande città basta iscriversi a Tinder e la scopata è assicurata.
Io in questa emancipazione moderna ci vedo solo degrado. Non esistono più pilastri solidi su cui far reggere la società. Ogni cosa è facile e alla portata di tutti, vogliamo tutti sembrare quello che non siamo agli occhi degli altri, intanto aumentano i casi di depressione, soprattutto tra i giovanissimi, dovuti al fatto di non aver raggiunto la popolarità aspettata o il numero di like dell’ultima foto pubblicata.
Le persone hanno tutto, ma vogliono sempre di più, non basta mai quello che si ha, perché c’è sempre chi dimostra di avere di più, il superfluo diventa necessario e le pubblicità ci insegnano a volere sempre di più.
Comunque non so se si è capito, ma io odio i social network e tutto quello che hanno portato, ma spero comunque che questo mio articolo prenda un sacco di like.
Ciao, non potevi trovare parole migliori per descrivere il mio pensiero. Se poi ci mettiamo l’aggravante che con i miei quasi 40 anni ho vissuto in pieno il cambiamento , non mi resta che affermare con assoluta certezza :” ANCHE IO ODIO I SOCIAL NETWORK!”
Pienamente d’accordo su tutta la linea. Luigi.
Allora non sono solo..
Hai perfettamente ragione.I social network sono una delle invenzioni peggiori nella storia dell’umanità.Sono causa di rivoluzioni di popoli (vedi la primavera araba e tutte le sue conseguenze),disgregazioni famigliari,per cornificazioni varie,depressione o suicidi tra i giovani più sensibili a causa del cyber bullismo.E’ tutta una gigantesca farsa dove ciascuno recita la parte di chi vorrebbe essere ma in realtà non è. Dipendesse da me io li oscurerei per legge.Personalmente non mi sono mai iscritto su nessun social e me ne vanto!
Hai riassunto il mio pensiero!
Pur immerso nella tecnologia devo dire che l’avvento dei social network ha sempre cozzato con la mia diffidenza e razionalità. Fin dagli esordi la febbre dilagante dei social mi ha fatto sorgere una domanda : ma a cosa servono nel concreto ? Prima di questi strumenti di distrazione di massa eravamo così sfigati e infelici ? Ci mancava qualcosa ?
Mai avuto un profilo dove mostrare i cazzi miei al Mondo : sono “paranoico” riguardo la mia privacy e quella dei miei cari, non sono narcisista e nemmeno malato di esibizionismo compulsivo. Pur conoscendo molto bene le dinamiche sottostanti è evidente che l’uso e abuso di tali strumenti ne delinea la persona, spesso un idiota monumentale in debito di autostima, quindi alla ricerca di eterne conferme. Se minorenne la questione diventa delicata giacché, data l’età, non vi sono filtri o strumenti adeguati per misurare la dipendenza, la gratificazione effimera (e l’invidia) che questi strumenti creano, congiuntamente al rapporto simbiotico con i moderni device.
Come esiste l’alcolismo o la ludopatia anche qui abbiamo una forma di dipendenza che appiattisce l’orizzonte cognitivo (non a caso le neuroscienze parlano espressamente di “demenza digitale” : esistono ricerche, dati e bibliografie universitarie in merito), creando nei soggetti più fragili problemi psicologici di varia natura. Per non parlare delle onde ad altissima frequenza che sprigionano gli schermi sempre più luminosi degli smartphone.
Non si tratta di demonizzare ma neanche di credere a giustificazioni trite e francamente sciocche come : ” eh ma dipende dall’uso che se ne fa”. Se posso fare a meno di un bisogno indotto cioè creato dal nulla, se lo elimino probabilmente non mi cambia in peggio la vita, anzi..
Stiamo diventando degli automi, chini e muti sopra 5 inch di post, like, foto fasulle, news inutili, gossip, video trash e così via. Ovviamente dando il nostro prezioso contributo ogniqualvolta facciamo la fotina a ciò che ci apprestiamo a mangiare. Se non è idiozia questa.. ma si può fare molto peggio.
Illuminante in merito è la “confessione” di Chamath Palihapitiya, ex vice dirigente divisionale di Fb. Difficile confutare le sue affermazioni.
Signor Giorgio, come vorrei che in giro esistessero più persone come lei.
Mi creda, questo suo commento è stato un toccasana ..credevo di essere un caso isolato per il mio pensiero che coincide pienamente col suo!!